Antonio Biafora, il suo nuovo bistrot e il dream team degli chef calabresi
Il locale easy del Biafora Resort, con un menu impreziosito dalle pizze firmate da Luca Abbruzzino, Caterina Ceraudo e Nino Rossi, per raccontare il meglio della Calabria. Contro ogni luogo comune.
La bellezza come grimaldello incontrastato per scardinare i clichè, le eccellenze come arma pacifica per spazzare via la patina di bruttura che i pregiudizi e i preconcetti gettano sulle cose, sulle persone e sui loro gesti. E’ una regola valida ovunque, in tutto il mondo, l’unica se è vero, come diceva Dostoevskij che “la bellezza ci salverà”. Un concetto esteticamente e filosoficamente ampio, variegato, che possiamo però ritrovare nelle piccole grandi cose di cui ci attorniamo, inconsapevoli, ogni giorno. Come l’aria: quella pulita, incontaminata e preziosa della Sila, per esempio, porzione dell’entroterra calabrese che secondo una ricerca finanziata dall’UE, ha quella più pulita d’Europa. Un primato importante, da affiancare alle bellezze naturali, alle eccellenze enogastronomiche, per un racconto della Calabria reale, coraggioso e veritiero. Un racconto fondato sui fatti, che metta al primo posto la luce e non le ombre. Luce come quella che Antonio Biafora torna ad accendere sul territorio in cui insiste da anni, San Giovanni in Fiore in provincia di Cosenza, non limitandosi a riaprire le porte del Biafora Resort e del ristorante di fine dining Hyle, ma rilanciando e investendo nel nuovo Tavola XXIII, un bistrot che è un vero e proprio inno alla sua terra.
Apre Tavola XXIII di Biafora, ed è un inno alla Calabria
Un gesto importante e di rottura, se si pensa alle difficoltà che tutta l’Italia – e in particolare il comparto ristorativo – sta vivendo dopo l’emergenza, non ancora finita, causata dal Covid-19. Non fermarsi, ma investire. Biafora lo fa tra alberi secolari, in un luogo forte di una scarsa densità di popolazione, con i verdi boschi a farli da guardia e a garantire la salubrità di uno dei Parchi Nazionali più ampi e belli del nostro Paese.
Qui, nel verde, il Bistrot lavorerà con massimo 40 sedute, rigorosamente distanziate e un menu agile, veloce, rigorosamente fondato sulle eccellenze gastronomiche che nascono all’interno dei confini regionali. Alimenti eccellenti, ma anche mani eccellenti che sanno trasformarli: punta di diamante del nuovo Bistrot di Biafora è la triplice collaborazione con tre protagonisti eccellenti della nouvelle vague dell’alta cucina calabrese. Luca Abruzzino, Caterina Ceraudo e Nino Rossi hanno infatti firmato per lui tre pizze “stellate”,che saranno regolarmente in carta, a riprova che si può andare avanti solo uniti. E che la solidarietà è un altro ingrediente fondamentale per un ipotetico cocktail anti-pregiudizi. Da Catanzaro, il giovane Luca Abruzzino ha creato una pizza con pomodoro, fiordilatte, melanzana al barbecue, ‘nduja, ricotta salata e basilico, mentre dal Dattilo di Strongoli arriva una ricetta con peperone arrostito, patate cotte sotto la cenere, basilico, menta e pecorino stagionato a scaglie. Last but not least Nino Rossi con una pizza intrigante: bufala calabrese, cipolla in agrodolce, alici e scorza di limone.
Ma in carta, nel giardino incantato del Tavola XXII non ci saranno solo pizze. Sarà possibile assaggiare alcuni dei signature dish dello chef e molto altro. La proposta è ampia: dagli antipasti, che vanno dai tipici silani a quelli più sfiziosi come i”Polpo, melanzana barbecue, pomodoro e caciocavallo” si passa ai primi, tra cui, ad esempio, i “Cavatelli peperone, rucola e ricotta affumicata” o i “Ravioli di ricotta, con porcini e tartufi estivi e finocchietto selvatico”.
Per i secondi si attinge sia dalla costa che dall’entroterra: il maiale è immancabile con “Arrosto misto e patate ‘mpacchiuse”, mentre dal mare arriva il delicatissimo “Branzino, fagiolini, salsa anguria e menta”. In menù anche la possibilità di scegliere hamburger, pollo fritto o pulled pork, anche da portare via, opzione attiva nel solo mese di agosto, in un cestino per un bucolico pic-nic sui prati della Sila.